sabato 30 aprile 2011

CARO FRONTALIERE



Porto Ceresio, 28 aprile 2011

Caro frontaliere,
La maggior parte dei giovani di Porto Ceresio è cresciuta economicamente e culturalmente grazie al tuo lavoro e a quello dei tuoi genitori. Buona parte del bilancio del nostro comune si regge, poi, sul “ristorno fiscale frontalieri”, grazie al quale abbiamo vissuto la metamorfosi del paese.
L’incontro di mercoledì 27 aprile, molto seguito, ci ha indotto a costituire un comitato permanente (che quindi non si concluderà con la campagna elettorale) la cui denominazione sociale è “Unione Frontalieri Per Porto”. Vogliamo coinvolgere te e la tua famiglia nel progetto di questa nostra operazione: con l’entusiasmo dei giovani e il tuo apporto questo comitato raggiungerà gli obiettivi che si è prefissato.
Purtroppo non siamo stati presi in considerazione per quanto concerne lo sviluppo del nostro paese: è giunto il momento di far valere la nostra voce; siamo in ritardo, ma vogliamo recuperare il tempo perso. Dobbiamo inoltre difendere i diritti del frontaliere, quali la stabilità del posto di lavoro, che è contraria alla precarietà, e la giusta quantificazione fiscale e previdenziale.
La nostra proposta proseguirà con un tavolo intercomunale coordinato dalla Prefettura di Varese. Come il Comune di Porto unito ad altri Comuni avrà più potere contrattuale, così vale per tutti i frontalieri che si costituiranno in questo comitato.

“I 45 mila frontalieri italiani sono stati usati per interessi ben più alti e corposi. Il 16 marzo scorso Norman Gobbi, consigliere di Stato della Lega dei ticinesi, ha depositato una mozione in cui chiedeva al Consiglio federale di bloccare il ristorno all’Italia delle quote delle imposte alla fonte dei frontalieri italiani, fino a quando l’Italia non si deciderà a togliere la Svizzera dalla black list. Nel caso non venisse accolta questa richiesta, il consigliere della Lega ticinese ha chiesto che il Consiglio federale versi ai cantoni Ticino, Vallese e Grigioni la parte eccedente dei proventi fiscali versati all’Italia, rispetto all’aliquota concordata con l’Austria. Per i paesi italiani, dove risiedono i lavoratori frontalieri, sarebbe una vera e propria sciagura finanziaria perché si passerebbe dal 38,8 % al 12,5%. Attualmente l’Italia per ogni frontaliere incassa una quota di 817 euro, per un ristorno complessivo di 36 milioni di euro che, in caso di accoglimento della mozione di Gobbi, si ridurrebbe a 12 milioni di euro.”  (fonte Varese News)


 


Durante la serata di presentazione della lista “GIOVANI per RIPARTIRE”,
 il 2 maggio alle ore 21:00, presso il battello Lord Nelson Pub di Porto Ceresio,
ci sarà una breve introduzione sull’argomento.
Un invito particolare è dunque rivolto a voi frontalieri e alle vostre famiglie!

Nessun commento:

Posta un commento